«Vengano signor e signore. Entrate nel tendone delle ombre. Voi che di arguta sentenza giudicate voi di così tal perfezione, venite a conoscere la parte più nascosta di voi stessi. Vi aspetta la magica sala degli specchi inversi, in cui potrete osservarvi di spalle. Camminerete ad occhi chiusi tra le vostre certezze. Attraverserete il labirinto senza uscita dell’ego. Toccherete le rose di spine senza alcun petalo. Vengano signori, vengano.»

Conosciamo davvero noi stessi?

Nella frenetica giostra della nostra vita non abbiamo tempo per ascoltarci. O forse non ne abbiamo davvero voglia. Non diamo spazio all’intimità con noi stessi. Desideri, pulsioni, istinti, paure… evitiamo le attrazioni pericolose che danno il capogiro.

“Siamo ciò che pensano e vedono gli altri di noi”. Siamo solo un riflesso, dove l’importante è piacere e compiacere. Quella è la nostra comfort zone. Non mostriamo mai il fianco. Deviamo il nostro cammino verso scelte non non nostre. Ci dimentichiamo delle nostre ombre. Ma loro, sono lì. E, a quel tendone, preferiamo il bruco, pensando sia l’ottovolante.

Si grazie, ancora un giro.