Ci sono giorni che iniziano troppo presto o forse sono notti che durano troppo poco. Sono le 4 e non riesco a definire se sono di notte o del mattino. Non riesco più a riprender sonno. Decido di alzarmi. Sono le nottigiorno dei sogni.
Il sole non è ancora sorto ma se ne intravede la luce, i rumori della strada iniziano ad incalzare. Tutt’intorno inizia a muoversi come un dj che alza pian piano il selettore della vita. In quella visione Magrittiana del tempo diventa indistinguibile lo spazio dove finisce la notte e inizia il giorno. I sogni hanno fatto da legante in quell’ora indistinguibile. Un po’ come quando non sai se dire buongiorno o buonasera.
Perché ho sognato mio padre, i miei gatti, mio fratello?
Cosa volevano comunicarmi? Nello stato di dormiveglia tutto sembra essere ancora in uno stadio gassoso, indistinguibile. Al risveglio cerco di brinare i pensieri per portarli ad uno stadio solido e comprensibile.
Cosa volevo comunicarmi? Cerco di accendere tutte le connessioni che conosco per condurre la mia mente alla fluidità del liquido pensare e mi ritrovo a scrivere delle mie nottigiorno.