Un buco nell’asfalto. Mi ritrovo per terra.
Dovrei ripartire per raggiungere la destinazione prefissata ma qualcosa mi blocca. La paura di non riuscire sembra esser più forte della voglia di riuscire.
Osservo i passanti. Mi osservano passando. Oltre. In pochi si fermano per chiedere cosa sia successo. E quando qualcuno lo fa, ti incoraggia, ti tende una mano. Ma quella mano rimane ferma ancorata a terra.
Maledico quel buco. Avrei voluto versare lacrime di pece per chiudere i solchi sull’asfalto ed evitare di cadere in quel vuoto siderale.
Passano i giorni e la forza di rialzarsi sembra svanire lasciandomi dimenticare dove stessi andando.
L’elastico che teneva il plico di fogli sulla schiena si è rotto con la caduta. Osservo i fogli nel loro essere alla rinfusa. Non avevo segnato neanche il numero di pagina e mi toccherà ricomporlo seguendo la memoria ormai logora.
Nonostante la ruota delle idee ormai storta decido di rimettermi in sella, ritrovare la rotta e cercare di scrivere.
Arriverò a destinazione?