La magia del sereno dopo la pioggia mi ha sempre affascinato sin da piccolo. Il cielo ritornava al suo colore primario, gli uccellini tornavano a raccontare le loro storie, si respirava un’aria fresca e le strade venivano ripulite dai vecchi disegni fatti con i gessi, per poterne creare di nuovi. Ma più bello assai di ogni altra cosa erano le pozzanghere che rimanevano sull’asfalto.
Sembravano aperture di mondi sconosciuti.
Dipende come inclinavi la testa e da che altezza le guardavi, ti mostravano parti del tuo quotidiano vedere in modo diverso. E se eri bravo potevi anche specchiarti prima di saltarci dentro e vedere infrangersi quella visione in minuscoli confusi frammenti del caos, in attesa che la quiete facesse il suo corso e la pozzanghera riprendesse la sua forma e i suoi riflessi.
Oggi come ieri, rimango incantato guardando il mondo attraverso le pozzanghere. Mi permette di vedere il mondo al contrario e rifletto quanto ci sia di bello nel veder l’insolito.
Oggi come ieri mi specchio per vedere me stesso da una diversa prospettiva prima di saltarci dentro e scoprire cosa mi mostrerà il caos oltre la quiete… o la quiete al di là del caos.