Ho sempre amato il mare d’inverno.
La casa sulla spiaggia era il mio luogo sicuro, dove niente e nessuno poteva interrompere il flusso dei pensieri. Cucinare per me stesso era uno strumento meditativo. Ogni suono cadenzava il ritmo dei ricordi in una sinfonia quasi malinconica. Utilizzare quelle pentole di terracotta mi riportava indietro nel tempo a quando era mia madre ad utilizzarle.
La finestra della cucina che si affacciava sul mare, quando i venti di maestrale lo permettevano, rimaneva aperta perché potessi osservare quel quadro in moto perpetuo. La docile armonia del profumo di salsedine e il rumore bianco delle onde mi regalavano la pace tanto cercata. Mi regalavano il silenzio interiore.
Mi regalavano me stesso.