Con l’arrivo della primavera e dei primi caldi raggi di sole, la passeggiata mattutina sulla spiaggia era diventata ormai una routine. Mi sedevo in ascolto, mentre il mare mi accoglieva con la sua immensità.
Quella mattina, però, qualcosa era diverso.
Il mio sguardo non puntava verso l’orizzonte com’era solito fare. La mia testa era china sulla sabbia, come a voler cercare risposta a uno dei tanti enigmi. Nel tentativo di trovare un segno o una spiegazione, rimasi ad osservare le conchiglie, i vetri erosi dal mare, i legni frantumati. Mi soffermai su una piccola pietra pomice, ossimoro della vita. Esser pietra galleggiante. Esser solida leggerezza.
Stetti li a contemplarla finché l’abbaiare di un cane destò il mio sonno…leggero.