Sin da piccolo ho avuto un grande legame con i profumi. Adoravo mettermi ad origliare tutti quelli che passavano sotto il mio naso.
Adoravo l’odore pungente del dopobarba di mio padre. Si mescolava sapientemente con il profumo della sua pelle e rubavo regolarmente il suo cuscino “che sapeva di lui” per addormentarmi serenamente.
Adoravo l’odore dolce da torte di mia madre. Alchemica combinazione con la sua acqua alle orchidee, suonava nella mia mente in un solo ed unico sapore di casa.
Improvvisamente un profumo colpisce la tua mente in un violento battito di ciglia.
A volte basta davvero poco per intraprendere un viaggio olfattivo della memoria. Fermo lì in ascolto, seduto come un mendicante, percepisco le piccole molecole nell’aria. Alambicchi affettivi, distillano ricordi infantili ormai lontani ma al contempo ancora tra le narici.
Suoni, voci, loro… i miei genitori, appaiono come ologrammi in una scena del teatro della felicità.