A volte il tutto può essere il contrario del tutto.
I nostri passi pesanti e spediti lasciano il segno sulla terra sottile. Il nostro immergerci crea inevitabili onde di propagazione nelle acque chete. Ma il nostro sguardo è troppo alto, troppo proteso in avanti per comprendere ciò che lasciamo dietro e sotto di noi e non vediamo l’apparente illogicità in quello che è il sentiero che porta al castello del vero.
Un sasso ci fa inciampare. Un’onda ci scuote. Un uccello ci spaventa. Il castello è solo un trompe-l’œil.
Una tridimensionalità che è solo “bi” ci appare come veritiero oltre il vero. Comprendere che quella non era la vita ma solo il progetto di essa.
É quasi notte. Ci voltiamo. Toniamo indietro. Ripercorriamo la strada verso la stalla in cui vivevamo. E in quel cammino osserviamo tutto intorno e iniziamo ad apprezzare quel sasso di ametista che ci ha fatto inciampare, quell’onda che ci ha cullato, quel canto di uccello, il tutto che è più della somma delle parti.
Il vero oltre il veritiero.
Ciò che importa non è la visione ma il cammino.
Buona strada.