Soffia il vento del nord e porta con se una parlata nuova.
Seduto sul dondolo, ascolto le foglie sussurranti cadute dall’acero davanti casa. Le osservo finché toccano terra, come fossi appeso al loro gambo eseguo il volo piroettante. Sembrano scendere senza un loro ordine e creano quel brusio simile ad un rumore bianco. Un suono a tanti indistinguibile, ma la giusta attenzione diviene la chiave per una chiara visione.
Tutte le mattine chiedo ai vicini come stanno, coma va la loro vita, se hanno bisogno di qualcosa perché sappiano che possano contare su di me e li lascio con una “sia una felice giornata”. Resto a guardare il mondo dalla finestra ancora aperta nonostante la pungente brezza mattutina, in attesa che passi un altro vicino.
É arrivato il momento del cambio stagione nell’armadio dei pensieri.
Tutte le mattine chiedo a me stesso come sto, coma va la mia vita, se ho bisogno di qualcosa perché sappia che possa contare su di me e mi lascio con una “sia una felice giornata”.
Comprendo che l’ordine sta nel caos.