La lunga esperienza come grafico mi ha insegnato quanto sia importante lo spazio bianco.
Nei primi anni in cui iniziai questo lavoro, faceva paura. Era uno spazio vastissimo quel foglio A4 e tendevo regolarmente a riempirlo di forme e colori perché fosse totalmente coperto. Man mano, con l’avanzare degli anni e dell’esperienza, compresi ciò che era indispensabile e cosa non lo era… quanti livelli ed effetti fatti e scartati! Prove su prove. E ogni passaggio era qualcosa in più con qualcosa in meno.
Togliere per avere: sembrava un paradosso. Un pensiero inizialmente inconcepibile che con il giusto discernimento diveniva efficace e funzionale, come nelle logiche relazionali. Aggiungiamo e cerchiamo i numeri per riempire quello spazio. Un cuore in più, un numero in più, una qualsiasi interazione per colmare e saturare quello che invece dovrebbe essere preservato. Il bianco.
Ed eccoci a raccogliere quantità invece di qualità, pensando che dietro quel numero di cuori ci sia un valore emotivo. Come fossimo riempiti da telefonate di amici che si congratulano con te… E pensare che fino a qualche anno fa bastava uno squillo per dire “ti voglio bene e ti penso”.