Sono capitato casualmente davanti allo scaffale dell’amore per sé stessi.
Come acquisto d’impulso ne prendo un po’.
Mi ero dimenticato di segnarlo nella lista.
Amo quella casualità come definizione del nostro volere. Credo che nulla sia casuale, neanche le causali. Come energia libera ci muoviamo nello spazio attorno. Lo modifichiamo. Lo trasformiamo secondo il nostro volere. Che sia conscio o inconscio. Ma la nostra libertà di pensiero ci propone delle scelte. Subirle come tali, senza intervento alcuno, mi renderebbe il Pinocchio burattino. Mentre voglio essere parte di quel bambino che sceglie. Anche se non sempre le scelte sono ciò che vuole veramente. O ciò che veramente sa di volere. Senza un giusto o sbagliato. Solo scegliendo.
Credere in un Dio che ci ha donato il libero arbitrio fin dal primo gesto, fin dalla prima mela da cogliere, conduce i miei passi verso la comprensione di ciò che voglio essere e di come far sì che io sia ciò che voglio, senza lasciare che sia accidentalmente la mia mano a cogliere le mele dall’albero così come fu la prima. Anche se nei miei giorni troverò tante volte l’amico serpente a chiedermi: “è davvero questo ciò che vuoi?”.
Iniziamo con lo scegliere di ‘volere’.