Mi risvegliai improvvisamente in quel buco di coscienza, circondato da riflessi di me stesso. Sommessamente agitato guardai verso l’alto per capire come raggiungere l’uscita, cercando quel “come mai” mi trovavo lì. Nessuno appiglio, ne una corda, ne una scala. Solo lisce pareti verticali.
Nell’inquietudine dei giorni che furono, cercai invano la forza per riuscire a risalire lo specchio della vita. Solo stridenti suoni del palmo della mia mano, si udirono ad ogni mio sforzo. Acute note di speranza perduta.
Tutto diventava sempre più complesso. Ogni tentativo sembrava cancellare il mio attrito. L’idea della vittoria si affievoliva sotto le ormai sudate mani.
Finché capii che avrei dovuto abbattere quegli specchi per trovare la parte più intima di me stesso.