L’assenza di una cosa può far emergere la sua vera essenza.
Riuscire a comprendere cosa sia indispensabile, cosa lasciare andare e cosa tenere sono i ciottoli su cui percorriamo i passi a piedi nudi.
Essere artisti michelangioleschi e scoprire che l’opera della vita è già tutta lì, basta limitarsi a togliere il superfluo. Un colpo di scalpello e via. “Masi, che ci vuole!” sarebbe auspicabile ma sappiamo quanto sia davvero complesso comprendere che l’assenza o la presenza di uno spazio o il cambio di un accento, trasforma le nostre vite come quel “Ma sì!” …e tutto prende un senso diverso.
Ed ecco trasformarci da scultori a profumieri alla continua ricerca dell’essenza perfetta. Mettiamo nel nostro alambicco tutto ciò che ci circonda consci che solo dopo scopriremo il profumo che ci donerà. Possiamo percepirlo, possiamo sfruttare la nostra empatia, possiamo lasciarci guidare dalla percezione, ma non sapremo mai se ciò che scegliamo è veramente ciò di cui abbiamo bisogno.
Perché spesso è proprio l’idea dei nostri bisogni a renderci incapace di un discernimento.
“Sono due etti in più…che fa lascio?”
“Masi, ma sì lascia pure.”