Il risveglio da bradipo mi ricordò quanto avessi esagerato con i gin tonic la sera prima.
Un altro giorno. Un altro risveglio. Un altro spettacolo.
Mentre rileggevo una scaletta che io stesso avevo scritto e interpretato mille volte, balenò nella mia mente un cambio di programma.
Scomparire come coniglio nel cilindro. Gli spettatori assistono attoniti alla sparizione del bianco pelo, mentre ero già alle loro spalle ad assistere alla mia stessa sparizione. Osservai dall’ultima fila del teatro le teste muoversi per meglio scorgere la magia. Origliavo i commenti dei commensali al banchetto della magia. Ma “dov’è finito?” senza sapere che la mia fine era solo l’inizio di un viaggio.
Bianche le sue idee come il suo vestito, in giro per la scena, a vivere la sua coscienza di spettatore per meglio comprendere la vita d’artista. Conoscere la nera oscurità della platea per meglio apprezzare la bianca luce dell’occhio di bue. Visto da lontano sembro diverso, un altro. Percorro il corridoio centrale come fossi una star sul red carpet, con il mio solito passo saltellante. Mi avvicino sempre di più al palco, fino a distinguere il colore dei miei occhi.
Boing!
Un salto su. Puff!
Sono di nuovo sparito.