Quel giorno non bastarono le quantità eccessive di manipolazioni per nascondere il vuoto siderale che il mio ego non mostrava.
Una manciata di like, di cuori o di follower per riempire quella sacca di iuta del nulla da portare sulle spalle come fosse uno zaino Louis Vuitton. Incantevole incanto di un’incantatore che svela erroneamente il suo trucco a chi, fermo lì a osservare, percepisce il tutto oltre l’evidenza.
Rimasi ancora seduto in platea per qualche ora, in attesa che lo spettacolo finisse riuscendo a deframmentare ogni trucco e inganno in piccole particelle da incasellare nello schema di colei che di bianco narciso si vestiva.
Ogni gesto delle mani, ogni rotazione del cilindro, ogni apparizione, ogni abracadabra, ogni manipolazione…tutto ormai era di così tale semplice lettura da perderne quel fascino e quella meraviglia che giorni addietro mi avrebbero incantato come serpente sotto effetto del Pungi.
Quello spettacolo divenuto triste e noioso mi fece capire che avrei dovuto meglio leggere la locandina, come fosse un bugiardino.
Il biglietto?
Non rimborsabile!