Sono passati circa 30 anni da quando ho iniziato a scrivere. Il motivo da allora non è mai cambiato. Quella sensazione del vuoto da colmare attraverso la scrittura non è mai mutata nel tempo.
Ogni volta che ne sento l’esigenza, prendo un palloncino, soffio al suo interno e il nulla inizia ad espandersi nello spazio. Un processo trasformativo che porta alla riconoscibilità delle idee. Tutto prende forma e tenerlo tra le mani colma quella sensazione di vuoto.
A quel punto non mi resta che avvolgere il lembo tra le dita, chiuderlo e piuttosto che tenerlo tra le mani, preferisco lasciare che libri nell’aria spinto dai venti senza sapere che direzione prenderà. Resto in attesa che si allontani, che sparisca dalla mia vista e paradossalmente spero avvenga il più in fretta possibile.
A quel punto avrò creato nuovamente il vuoto.
A quel punto potrò gonfiare un ennesimo palloncino.