E se davvero fosse questo il mio scrivere?
Osservo quelle minuscole gocce di acqua agglomerarsi in morbide e sfuggenti forme astratte. In volo pindarico le raggiungo al mio chiuder gli occhi. Mi ci butto dentro. Mi lascio incantare dolcemente dalle luci prismatiche sulle forme sferiche. Tanti microscopici arcobaleni danzano in moto continuo. Trasportato in quel viaggio onirico di ciò che vorrei e che vorrei che fosse. Suggestionato e ossessionato dall’idea di un bene fatta di singolari equilibri. Lì, nascosto con la testa sulle nuvole, racconto di un mondo dalle leggi armonicamente utopiche.
Abbandono la costruzione logica dei contenuti per l’irrazionale desiderio che tutto vada secondo ciò che ritengo giusto in un modo assolutista. Nella convinzione che le mie idee teoricamente formatosi siano il vero. Considerando quel giusto e quel vero come il bello. Una visione idealistica.
Finché un soffio di vento muove il tutto e mi rendo conto di stare a guardare il mondo riflesso in una sfera d’acqua. Al contrario.
È questa la bellezza del sogno.
È questo il mio scrivere.