Lineadipensiero universale
universale

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Sono ancora moto che muta.

Non ricordo esattamente quando è cominciato il mio viaggio. Forse non c’è mai stato un vero inizio, e forse non ci sarà una vera fine. Tutto si muove nel tempo, in trasformazioni continue.

So solo che oggi sono mare.

Mi muovo e danzo con il respiro delle onde. Canto racconti muovendo dita d’acqua salata nello spazio. Custodisco il mistero degli abissi azzurri e rifletto il cielo come uno specchio silenzioso, fatto di contrasti armonici. Le creature che vivono in me parlano una lingua che pochi comprendono, fatta di correnti e attese. In questo stato fluido, imparziale e potente, sono contenitore e contenuto. Abbraccio la vita e la dissolvo come brezza del mio amico vento.

Ma non sono sempre stato così.
Ieri ero terra.

Solidamente instabile e fermamente convinta della bontà. Mi lasciavo calpestare con orgoglio, donando rifugio, nutrimento, radici. Sulle mie spalle sono cresciute città, alberi, infanzie. Ho conosciuto il peso della storia, il rumore dei passi, la quiete delle stagioni che cambiano. E in quell’essere terra, già sentivo il richiamo del cielo.

Domani, chissà.
Forse sarò cielo.
Forse spazio.

Leggero e trasparente come un respiro del mattino, mi lascerò attraversare dalla luce delle stelle. Non avrò confini. Non avrò peso. Eppure esisterò. Come un’idea, come un pensiero che passa tra due cuori.

C’è un momento, a volte, in cui sono tutto.
Mare, terra, cielo, spazio.

E proprio in quell’istante, capisco di essere anche nulla. Un nulla piccolo come un granello di sabbia in una galassia lontana. Un nulla che, però, può fare la differenza. Perché anche il più minuscolo frammento di esistenza, quando incontra un altro, può creare tanto.

E forse è questo, alla fine, il senso del mio viaggio. Dar vita all’abbraccio di coloro che sono accanto a noi in quel tempo fugacemente infinito. Lasciare che lo spazio terreno delle maree diventi abbraccio del cielo.

Divenga abbraccio universale.

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Lineadipensiero è un diario iniziato nel 2012 con l’unico scopo di provare a liberare la mia creatività attraverso i testi.  Sono semplici storie di introspezione, fantasia, immaginazione di un vecchio bruto, brutto e barbuto innamorato dell’arte metafisica, astratta e contemporanea.
Mi piace giocare con le parole come fossero dei colori; accostamenti, distonie, armonizzazioni volte a creare un quadro tra la realtà e l’astrazione della stessa