Non avevo mai saputo bene come si facesse.
Voler bene, intendo.
Non nel senso generico, quello che si dice per educazione o per gentilezza. No. Parlo di quel voler bene che ti attraversa come un’onda inaspettata in un mare calmo, e ti lascia vulnerabile, senza fiato per qualche secondo. Quello che senti dentro e ti scombussola un po’, che mette in disordine i pensieri, quello che ti fa scegliere l’altro anche quando non sai se sarà corrisposto.
Ho conosciuto persone, nei miei viaggi, che lo facevano con disinvoltura, come se avessero il cuore allenato, muscoloso, armonico. Io, invece, ho sempre avuto il cuore un po’ stonato: affettuoso, ma goffo. Sentiva tanto, il mio cuore. Ma diceva poco. E quando ci provava, le parole gli si incastravano tra le ciglia e le labbra, restavano lì, ferme sul naso all’insù a guardare la luna.
Quella sera, però, capii che non potevo più tenermi tutto dentro. Era troppo. Troppo per non essere condiviso. Non sapevo più che farmene, e avevo finito le scatoline dove conservarlo.
Ero lì, immerso in un silenzio che non faceva paura. Dentro di me, il solo bisogno, semplice, leggero come tre piume, di dire ciò che sentivo.
“Ti voglio bene.”
Non era una grande frase. Non un componimento poetico. Nemmeno una dichiarazione piena di teatralità. La guardai dentro i pensieri, e con una voce che sembrava venire da molto più in profondità del solito, dissi: “Spero tanto che ti piaccia il bene che ti voglio.”
Poi abbassai i battiti per ritrovare un bizzarro equilibrio, come se avessi rivelato un segreto troppo fragile. E aggiunsi, con un sorriso appena piegato e una piccola esitazione che lo rendeva ancora più vero: “…E se non dovesse piacerti, spero ti piaccia comunque.”
Era come dire che era tutto suo, anche se non sapeva che farsene.
Rimasi in silenzio per un momento, senza spostarmi, senza tirarmi indietro. Come se fosse il momento giusto. E in quel restare, in quell’accogliere silenzioso, sentii che forse non c’era bisogno di altro. Perché il voler bene, quello autentico, non ha bisogno di grandi gesti per essere vero.
Basta offrirlo.
Senza pretendere. Senza misura.
Così com’era.
Così com’ero.