Quanto tempo passa tra il cadere di un granello e il prossimo?
Pensavo che la relatività del tempo fosse dovuta solo all’interdipendenza tra massa dell’oggetto e campo gravitazionale da lui stesso generato e invece osservo quanto possa essere relativo al proprio vivere.
Il tempo acquisisce una dimensione percettiva. Ognuno di noi vive dentro la propria clessidra. Diversa è la forma. Diverso è il granello. Diverso è il tempo.
Viviamo un tempo umorale, passando da giornate interminabili quando siamo giù, a giornate che durano un battito di ali sotto effetto della dopamina.
Ci nascondiamo dietro un “non ho avuto tempo” usandolo come scudo con cui difenderci, quando ci viene chiesto di dare contezza del nostro non aver fatto abbastanza.
“Vorrei avere più tempo” quando la nostra incapacità selettiva ci riempie la giornata di mille passioni a cui dare seguito senza volerne tralasciare alcuna.
Ci chiediamo “quanto tempo abbiamo vissuto” sentendoci anziani nella nostra giovinezza o ancora ragazzini alla matura età.
Quanto tempo abbiamo ancora a disposizione?
Non lo sapremo mai davvero. Ma sappiamo che scorre.
Panta rei.