Fiuuuuuuuuuuuuu …sbamm!! è caduto un silenzio. Un nuovo silenzio.
Nel tempo che fu, compresi che il silenzio non è il nulla, ma un vuoto che rimbomba, come un’eco che non incontra pareti. È il respiro trattenuto prima di un dire o non dire, il suono che non si è mai osato pronunciare. È il battito del cuore che accelera quando tutto il resto si ferma.
Quando si siede accanto a te, il silenzio ti avvolge in un abbraccio che può essere confortante o soffocante. Può essere il compagno più fedele, che ti accompagna nei momenti di solitudine, ma anche il più feroce dei giudici, che amplifica ogni tua paura, ogni dubbio.
Tante volte ho osservato scatole riempite di un’infinità di parole fino a renderle difficili da chiudere. Una volta chiuse, tirate giù nel pozzo del giorno dopo, emettevano un rumore ovattato e breve. Come se non ci fosse aria perché quel suono si potesse propagare.
Il silenzio invece può fare rumore, un rumore che non si sente con le orecchie, ma con l’anima. È il rumore del tempo che vuoi che scorra inesorabile, del giusto non dire, del tanto vestito di nulla apparente.
E così, mentre tutto intorno sembra immobile, il silenzio urla, danza, si agita. Si fa spazio, si prende tutto. Trovare pace nel suo abbraccio, dopo averlo combattuto decifrando il linguaggio muto, ridefinisce il silenzio che parla a chi ha il coraggio di ascoltarlo.
E adesso… restiamo in silenzio.