Che poi non è una vera è propria scelta.
O forse una delle tante.
Ma poche di queste erano davvero speciali.
E forse non era mai stata una vera e propria scelta, né una preferenza chiara. Era piuttosto un sentire silenzioso, come filo d’acqua che scorre sotto terra, invisibile ma caparbio, che bagna radici senza essere visto, che viene visto senza bagnare radici. Acqua che bagna la roccia. In quel luogo sotterraneo, dove i gesti e le parole non arrivano, le nostre due presenze si riconoscevano senza preavviso.
Non serviva uno sguardo per sapersi vicini, non serviva una voce per intendersi. Non se ne conobbe mai vero volto e suono di voce. C’era un linguaggio non scritto né descritto, sottile come l’aria del mattino, che abitava l’inconscio e viaggiava nell’inconsapevole. Lì, nello spazio intangibile tra un respiro e l’altro, prendeva forma il nostro incontrarci.
E non era un costruire costante, non c’erano architetture di dialoghi, né fondamenta di spiegazioni. Era piuttosto un riconoscersi istintivo, un accordo naturale, come due corde di due strumenti distanti e invisibili uno all’altro, che vibrano alla stessa frequenza senza sapere perché. Innato senza data di nascita.
A volte la connessione sembrava lontana, sfumata come un sogno al risveglio. Eppure bastava poco, un pensiero che sfiorava l’altro, un silenzio condiviso a distanza, la casualità di una parola, perché tornasse viva, come stella cadente che non vuole cadere del tutto e permane lì nel cielo.
Preferirsi.
In quel modo non era un atto volontario, ma un dono spontaneo. Il piacere segreto di sentirsi scelti senza condizioni. Era il ritrovarsi, ogni volta, in una radura invisibile con l’erba alta e bionda, che l’universo teneva nascosta ai più, un luogo dove non contava il tempo, né la logica, né la presenza fisica. Solo l’essenza.
E in quella sospensione, in quell’essere “oltre” senza sapere come o dove, accadeva la cosa più semplice e più rara. Esistere insieme, senza bisogno di dimostrarlo.
Forse era proprio questo a renderci veri.
Restare, senza spiegarsi.
In perfetto equilibrio instabile.

