Saltare in corsa dalla rupe. Vivere in volo planare sulla valle dei desideri. Le correnti d’aria ti portano sù dove non distingui le forme ma solo i colori.
Attratto e distratto da qualcosa che improvvisamente modifica l’attenzione. Un’ennesima mossa del vento per accompagnarti verso terra dove potrai ammirare ogni singolo dettaglio.
Giù in picchiata, mentre l’aria rarefatta colpisce il tuo viso. Scendi più velocemente possibile rischiando di colpire le fronde degli alberi.
E mentre ti avvicini ciò che pensavi di distinguere con chiarezza rimane ancora sfocato. Comprendere che non era la distanza a rendere indecifrabile quel disegno ma il suo essere stesso a renderlo tale.
Ricordando ancora bene l’ebrezza e l’eccitazione adrenalinica della discesa, non resta che dire “ok, va bene così”, ricominciare a correre, lanciarsi da una nuova rupe per un nuovo volo pindarico.
Comprendere che il viaggio era il fine e non il mezzo.