Come essere energetici, ho sempre adorato il vederci metaforicamente come due lampadine.
Emittente – Ricevente.
Quando l’empatico divenire prende il sopravvento, la “ricevente” emette talmente tanta luce da abbagliarti il cuore. Nonostante i diversivi per offuscare la luce e la mente, i suoi fotoni sono troppo veloci per ostacolarne il cammino. Arrivano dritti a chi senza scudo si mostra al buio.
In quel momento la “emittente” sotto la rifrazione della prima si accende. Il suo stato d’animo in tutto lo spettro visibile. Dall’ultravioletto all’infrarosso. Onde che attraversano i sentimenti con una frequenza assordante.
La quantità di luce invade ormai, anche gli angoli più remoti. La stanza si mostra in tutte le sue fragilità. Ne vedi i difetti sui muri, si notano le crepe, ti accorgi che quanto malamente sia stata data la pittura.
Alla ricerca disperata di una soluzione ti rendi conto che sono troppo incandescenti per essere svitate e il pulsante on/off è irraggiungibile.
In agitazione spasmodica cerchi una soluzione finché non comprendi che quell’essere luce permise a qualcun altro di non camminare al buio.