Lineadipensiero gustosa
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Non accadeva spesso, ma forse era proprio questo a renderlo speciale.

Quelle sere d’estate sembravano rare e preziose tali da essere un momento da incorniciare. In casa, l’atmosfera cambiava appena arrivava la proposta. Mio padre, appena tornato dal lavoro, con la divisa grigia da finanziere ancora indosso, con quella sua voce bassa e decisa, diceva: “Andiamo a prendere un gelato?”

Io e mio fratello ci guardavamo complici ed euforici, già in fibrillazione.

In quella Palermo calda e afosa degli anni ’80, non era un semplice dolce, ma una piccola avventura, un rituale. Ci vestivamo con cura, scegliendo le magliette migliori come se davvero stessimo andando a un appuntamento importante. E in fondo, lo era.

L’aria, fresca ma ancora profumata di sole, ci accarezzava mentre salivamo in macchina. Non abitavamo molto distante dal mare. Il mare era vicino, e lo sentivamo nell’aria. Ma in quelle sere potevamo avvicinarci ancora un po’, tanto da sentire quel suono misto salmastro di onde e gelsomini, che si mescolava all’odore della tappezzeria dell’auto e ci accompagnava durante il breve tragitto.

La “Gelateria del Mare” ci accoglieva sempre con le sue luci fredde che si contrapponevano al calore circostante. Il brusio costante di famiglie e bambini ne era cornice e danza.

Attraversati gli archi blu, io e mio fratello passavamo lunghi minuti davanti al bancone troppo grande per coglierlo interamente con lo sguardo di un bambino. Fingendo indecisione, studiando i gusti come se fosse la prima volta restavamo lì davanti. Alla fine, invariabilmente, sceglievamo sempre gli stessi: bacio e nocciola per me, stracciatella e cioccolato per lui. Lui cono, io brioscia.

Mentre gustavamo il nostro momento di felicità, guardavamo il buio che calava sul mare. Il rumore delle onde faceva da sottofondo alle risate leggere, alle conversazioni tra adulti che ascoltavamo a metà.

C’era una quiete piena, una felicità semplice ma solida.
E, anche se allora non lo sapevamo, stavamo costruendo un ricordo.
Un gustosissimo ricordo.

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Lineadipensiero è un diario iniziato nel 2012 con l’unico scopo di provare a liberare la mia creatività attraverso i testi.  Sono semplici storie di introspezione, fantasia, immaginazione di un vecchio bruto, brutto e barbuto innamorato dell’arte metafisica, astratta e contemporanea.
Mi piace giocare con le parole come fossero dei colori; accostamenti, distonie, armonizzazioni volte a creare un quadro tra la realtà e l’astrazione della stessa