Marc arriva con il suo monopattino.
La cassa suona potente, come un tamburo gigante che batte il ritmo del cuore del mondo. Il mare, di fronte, sembra ondeggiare al suono, come se anche lui volesse ballare. I piedi affondano nella sabbia calda e corrono verso il mare limpido che si riempie di gente che ride, canta, salta. È una festa immensa.
“Dai Carol, andiamo a ballare.”
E in mezzo a tutto quel fragore, una voce piccola e piena di meraviglia si fa largo tra i bassi e le risate. Si ferma dal gioco con palette e secchielli.
“Mah… mah allora è questa la tua festa, papà?”
Gli occhi di Carolina e i suoi 4 anni brillano come fari, pieni di stupore. Per lei non è solo una festa. È la festa. Un mondo intero costruito per celebrare un giorno speciale. Sorrido. Felice. Con l’orgoglio di un re rispondo.
“Ecccerto! Hai visto che mega festa ho organizzato per il mio compleanno?”
Carolina guarda attorno. Ci sono palloni giganti che volano, schizzi d’acqua che brillano sotto i riflessi del sole, colori e voci che esplodono in un trenino improvvisato. La sua mente, libera da cinismo e tempo, registra tutto come magia.
“Sì, è bellissima! Ma… sono tutti invitati?”
Abbasso un po’ la voce, complice.
“Emh… sì, ma solo qui in spiaggia. Per cena saremo solo io e te.”
La guardo. Mi guarda seria, con quella logica limpida e affettuosa che solo i bambini hanno.
“Come i fidanzati?”
Scoppio a ridere.
“Ecccerto! Faremo una cena romantica al tramonto, su una terrazza sul mare.”
Negli suoi occhi si accende un piccolo sole. È tutto perfetto. Non serve nient’altro. In quel momento il mondo è esattamente come dovrebbe essere. Rumoroso, affollato, pieno di musica e gioia… ma con un angolo solo per loro due. Un padre e una figlia, come due complici. Come due sognatori.
Perché agli occhi di un bambino, ogni giorno può essere un’avventura.
Ogni cena può essere una favola.
E ogni tramonto, l’inizio di una storia indimenticabile.
“Auguri papà. Soffia.”
“Soffiamo insieme?”
“Si!”