Quante volte nella vita mi sono trovato fermo a domandarmi: Cos’è la felicità?
Alla ricerca spasmodica di quel Sacro Graal, con le azioni ho percorso strade tortuose e, inevitabilmente, mi sono perso tra mille bivi e sentieri, tra le sterpaglie, mentre con i pensieri ho viaggiato su una barca, attraversando fiumi e mari in tempesta, naufragando nel bramare l’isola felice.
Come gazza ladra vedevo il luccicare della forma e cercavo di accaparrarmi tutto ciò che di materiale mi circondava. Sparavo le aspettative come un razzo su nel cielo e restavo con la testa all’insù, in attesa che tornasse giù, con un bottino pieno di ciò che pensavo mi rendesse felice, riempiendomi le tasche del futile oltre l’utile.
Ma un giorno capii che il punto più importante di quel cammino sulla piramide Maslowiana si trovava al centro della stessa.
Quel giorno trovai la felicità.
Era lì davanti a me.
Il sorriso, puro e contagioso, di mia figlia Carolina.