Lineadipensiero emotiva
B

Scritto il

Se ti piace condividilo

Aver bussato servì a poco.

Il suono delle nocche contro il legno parve dissolversi prima ancora di raggiungere l’interno, inghiottito da un brusio denso, stratificato, come un alveare in piena attività. Le voci, lontane e vicine insieme, continuavano a sovrapporsi, sussurrare, ridere, discutere: le riconoscevo, erano timbri familiari, miei. Paure, desideri, nostalgie. Tutte intente a parlarsi addosso, a sovrastarsi, a contendersi il centro di una scena che non le aveva mai invitate davvero.

Non udii alcun «entri pure». Nessun segno di accoglienza, nessun gesto gentile a concedermi il passo. Solo quel vociare insistente, come se la mia presenza non fosse che un disturbo, un errore nella quiete del loro disordine. Eppure sapevo, e loro sapevano, che ero atteso. Forse da sempre. Forse ero io, in fondo, che avevo tardato troppo.

Il colpo della mia mano, pur lieve, mi aveva lasciato addosso una vibrazione sorda. La percepii farsi strada tra pelle e ossa, come un battito di ritorno. Un’eco di coraggio maldestro.

Non mi restò che un gesto invadente.
Aprire la porta socchiusa.

Lo stridolio dei cardini e di quel legno quasi cinquantenne squarciò l’aria come una lama: un suono metallico, vivo, che fece tremare l’atmosfera. Il brusio si interruppe di colpo, lasciando dietro di sé un silenzio innaturale, troppo pieno per essere vuoto.

E allora li vidi.

Tutti si voltarono verso di me con la stessa lentezza misurata, meccanica, quasi rituale. I loro sguardi, i miei sguardi, si accesero come specchi che riflettono un unico volto frammentato in mille espressioni. Sentii il moto d’aria prodotto dai loro corpi ruotare all’unisono, come un respiro collettivo trattenuto per troppo tempo.

Rimasi.
Immerso in quella luce sospesa.
Senza saper dire.
Senza saper fare.

ALTRI PEZZI
DI STORIA

SemCREATIVE

Lineadipensiero è un diario iniziato nel 2012 con l’unico scopo di provare a liberare la mia creatività attraverso i testi.  Sono semplici storie di introspezione, fantasia, immaginazione di un vecchio bruto, brutto e barbuto innamorato dell’arte metafisica, astratta e contemporanea.
Mi piace giocare con le parole come fossero dei colori; accostamenti, distonie, armonizzazioni volte a creare un quadro tra la realtà e l’astrazione della stessa