Celati tra le nostre paure e le nostre fragilità, viviamo il senso del pudico divenire reali.
Specchi, riflessi, astrazioni, virtualizzazioni in un mondo digitalmente e diametralmente confuso che scompone il nostro essere in molteplici dimensioni.
Cerchiamo la nostra essenza attraverso gli occhi degli altri negando a noi stessi il vero primo like, il nostro accettarci per ciò che siamo.
Chiusi in uno scrigno di pensieri, le nostre non verità ci coprono in un abbraccio per non mostrarci nudi, indifesi e imbarazzati. In quel momento ci estraniamo dal vero per mostrare la miglior parte di noi, costruita pixel dopo pixel, parola dopo parola, bugia dopo bugia.
Immateriale constatazione della nostra consapevolezza.
Chi siamo?
Lineepensanti utopiche alla ricerca di ideali identità, perdendo di vista la parte migliore di noi.
L’Io.