Solo vento, invisibile ma percettibile, a tenermi sospeso tra terra e cielo. Alla costante ricerca delle termiche, dopo il salto dalla collina, scivolo tra i pensieri di ieri, oggi e domani, a mezza altezza. Salire troppo significherebbe rischiare di perdere il controllo. Scendere, ora, non è ancora tempo. Volo planando, non per superbia, ma per prospettiva.
Corro tra le correnti, accogliendo ciò che la vita mi pone davanti senza giudizio né pregiudizio, ma con sano discernimento: comprendere quali venti possono mantenermi in volo e quali, invece, potrebbero farmi precipitare. Alla ricerca di un equilibrio duraturo tra slanci e prudenza, tra ascendenti e discendenti.
E da lassù, osservo.
Piccoli uomini, piccole case e piccoli affanni, che da terra sembravano invalicabili, assumono un valore diverso. Diventano trama che compone il tutto, insieme a strade, sogni e ferite. E da quella distanza, riesco finalmente a coglierne l’essenza. Il volo ritrova così il suo senso. Leggero.
Il sole sta tramontando anche oggi. Come ogni giorno, arriva il momento di scendere, accogliendo il riposo del vento. Non per sconfitta, ma per compimento. Guardo ancora un po’ i prati e le distese per scegliere dove posare i miei pensieri e il mio sentire. Toccare terra non è perdere la libertà, ma la scelta consapevole di quando fermare il proprio volo.
Atterro lieve, come un pensiero che raggiunge il settimo senso. E domani sarà un altro giorno in volo, come un aliante che sa quando lasciarsi portare… e quando lasciarsi andare verso terra.
Ora tocca imparare a volare da terra come airone, scrollando dalle ali la rugiada
Il sole è appena sorto.