Lineadipensiero da comprare
comprare

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Sono passati oltre dieci anni da quando scrissi lineadipensiero in scatola.
Nonostante gli anni passati, quel post-it in bacheca, è ancora lì.

Non ci sono grandi cambiamenti da allora se non forse il mio modo di raccontarne che ha acquisito nuove sfumature.

Raccontavo di quel viaggio dentro la coscienza che inizia quasi sempre senza preavviso, come una caduta. È lo stesso salto che fece Alice, solo che qui non c’è nessun paese delle meraviglie, ma un corridoio interiore che ti costringe a guardarti dentro.

All’inizio speri che serva a crescere. Non sai se sia un’evoluzione della coscienza o della consapevolezza, ma immagini che qualcosa cambierà. Che tu cambierai. La direzione resta incerta. Potresti trovarti davanti a domande scomode, oppure a un incanto che ti distrae. Non puoi prevedere nulla.

Eppure è un viaggio. Lo è sempre.

Per affrontarlo mi preparo come se dovessi partire per una camminata di qualche giorno e penso a ciò che dovrò comprare da mettere nello zaino, prima di andare al supermercato. Inizio a pensare a ciò che mi serve davvero.

Prima di tutto la coscienza di chi sono, cercando quanto più possibile di guardarmi con serenità.
Poi le relazioni che mi tengono in piedi, quelle che devo lasciar andare e quelle che possono invece nutrirmi. E ancora l’immagine che gli altri hanno di me, perché l’identità non è mai solo interna e volente o nolente conta anche quella. Mi serve una mappa, un orientamento mentale ed emotivo, e poi uno spazio dove custodire la versione di me che vorrei diventare. Infine, un po’ di forza per cambiare, per crescere, per evolvere.

Con questo bagaglio, mi sento pronto.

Cammino tra gli sguardi degli altri, ed è lì, nel loro riflesso, che intravedo una possibile direzione. Forse non è nulla di straordinario, anzi, è quasi banale.
Ma vado.

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Lineadipensiero è un diario iniziato nel 2012 con l’unico scopo di provare a liberare la mia creatività attraverso i testi.  Sono semplici storie di introspezione, fantasia, immaginazione di un vecchio bruto, brutto e barbuto innamorato dell’arte metafisica, astratta e contemporanea.
Mi piace giocare con le parole come fossero dei colori; accostamenti, distonie, armonizzazioni volte a creare un quadro tra la realtà e l’astrazione della stessa