Lineadipensiero crisalica
crisalica

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Rimasi lì, sospeso, in quello spazio e tempo.

Essere in un pensiero a metà, incompleto, come quella parola che sfugge prima di esser pronunciata. Troppo labile e indefinito lo spazio, in giorni in cui la quiete si fa densa e immobile, in un tempo che accarezza ma non tocca mai in profondità. Tutto scorre accanto, intorno, ma non dentro. Schivo con ormai abile maestria l’inutilità, senza attacco, ma con semplici movimenti che possano garantirmi l’incolumità.

Ed eccomi, come crisalide. Non so ancora se volerò, ma mi lascio attraversare dal cambiamento con la pazienza del silenzio. Uno stato emotivo in cui la tranquilla accettazione fa da sfondo alla trasformazione interiore.

Attesi. Trasformai. Evolsi.

Disimparo l’urgenza, la risposta immediata agli stimoli esterni. Ciò che apparentemente può sembrare stanchezza è, in realtà, quel processo di mutazione che tanto attesi. Una trasformazione lenta e accurata, in cui lascio che qualcosa dentro cambi forma, senza costringermi a farlo in fretta. Comincio a camminare lentamente, senza meta certa, osservando i rami spogli dell’inverno e la promessa di rinascita. Uso meno parole, ma sento più verità, centellinate come alambicco della coscienza. I silenzi divengono meno pesanti, contrappesi leggeri alle poche parole espresse.

Imparo ogni giorno a vivere il crisalismo come atto di fede, e non come attesa passiva. Resto dentro casa, in attesa che il temporale, accompagnato da fulmini e tuoni, passi. Resto dentro il bozzolo, proteggendo mie fragilità. Ascolto i silenzi e la metamorfosi. Leggo un libro seduto sulla mia poltrona, sorseggiando un caffè americano, e guardo fuori dalla finestra il nuovo tempo che verrà: il tempo per uscir di casa senza ombrello se non per volare.

Non sapevo dove sarei andato, ma sapevo di essere presente, pienamente, mentre divento.
Io.

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Lineadipensiero è un diario iniziato nel 2012 con l’unico scopo di provare a liberare la mia creatività attraverso i testi.  Sono semplici storie di introspezione, fantasia, immaginazione di un vecchio bruto, brutto e barbuto innamorato dell’arte metafisica, astratta e contemporanea.
Mi piace giocare con le parole come fossero dei colori; accostamenti, distonie, armonizzazioni volte a creare un quadro tra la realtà e l’astrazione della stessa