Adoro il caffè. Il suo profumo tocca le corde dei sensi e della memoria. Il suo sapore intenso è quello del buongiorno a te stesso.
Oggi ha diverse forme e colori. Rosso, blu, capsule, cialde. Ognuno ha il suo gusto. Quel procedimento che un giorno era attesa, oggi assume incredibili velocità d’esecuzione. Così comode e istantanee da dimenticare il sapore del vero.
La moka.
Quasi fosse una procedura di lancio, ogni passaggio è perfettamente scandito nella sua meccanica esecuzione. Senti il suono metallico mentre sviti la caffettiera, versi la giusta quantità di acqua, dosi il caffè in modo millimetrico, la metti sul fuoco a fiamma bassa, attendi lì fermo ad ascoltare quel ribollire in trepidante attesa che esca.
È sempre caffè in tanti diranno. Ma non è la stessa cosa.
Anche nella vita alcune relazioni prendono vita e spazio nel virtuale. I profumi diventano gocce di pixel, i suoni ovattati e il tempo diventa effimero.
In tanti diranno che sono pur sempre relazioni. Ma il piacere del vero, il piacere dell’incontro ha tutt’altra aroma.
Zucchero?