Lineadiepnsiero osmotica
osmotica

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Una e il suo opposto.
Come quando nacqui: Sole e Luna diametralmente posizionati nel cerchio delle case e delle cose.

Ci sono due mondi in me, uno al di fuori della casa e uno all’interno. Cammino tra i giardini intorno e le stanze della casa. Il prato è verde e rigoglioso, pieno di fiori di ogni colore, e quest’anno ho piantato anche un albero di glicine. Le stanze, invece, sono di toni più sommessi, che altri definirebbero cupi, e la luce è fioca come quella di una candela quando manca l’elettricità.

Dentro di me convivono due voci. Non litigano né si ignorano.
Si osservano come due vecchi amanti o come due infanti pronti a giocare.

Una voce è ordinata e precisa, conta i secondi prima di un appuntamento e dispone nei cassetti della memoria i ricordi, numerandoli uno ad uno. Riordina il letto appena sveglio, ancor prima del caffè. Resta a lungo seduta e dice: “Ogni cosa a suo tempo e un tempo per ogni cosa.” Attende, parla piano, quasi sussurrando. Ed io l’ascolto. Mi ha tenuto in piedi nei giorni in cui soffiavano i venti del caos. Mi ha cucito addosso un vestito fatto di calma su misura, con le mani di un sapiente sarto.

L’altra è disordinata, come la scrivania di un creativo che non ignora quegli oggetti messi in quell’ordine apparentemente casuale. Sempre in piedi, in fibrillazione, pronta a partire senza meta. Non vuole capire né sentire quando l’altrui logica sfiora l’assurdo. Corre a piedi nudi tra le nuvole del cuore ed esce di casa senza ombrello quando piove. Mi spinge a scrivere a notte fonda o alle prime luci dell’alba, ispirato da un’intuizione amichevole. Cambia strada improvvisamente e, se cade, ride. Ride e ride ancora, tra la polvere.

Per anni ho cercato di capire chi fossi. Il rigore o l’estro? L’equilibrio o la tempesta?

Poi, un giorno, nel silenzio, qualcosa ha cominciato a muoversi. Un lento filtrare, come se tra le pareti della casa si fosse aperta una membrana invisibile, permeabile solo ai frammenti più sinceri. L’ordine ha assorbito un po’ del coraggio del disordine. Il disordine, una stilla di calma.

È così che un giorno avvenne l’osmosi. Il viola.

Dentro di me avvenne la trasformazione: da simbiosi a osmosi. Non un semplice concetto, ma un processo lento, silenzioso ed inesorabile che ha plasmato la mia identità non più per opposizione, ma per fusione, dove entrambe le voci evolvevano reciprocamente, senza perdita dell’una o dell’altra.
Da allora, le finestre sono aperte e le voci non si oppongono, ma si parlano. E si ascoltano. Vicendevolmente.

E, per la prima volta, mi ascolto.
Davvero.

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Lineadipensiero è un diario iniziato nel 2012 con l’unico scopo di provare a liberare la mia creatività attraverso i testi.  Sono semplici storie di introspezione, fantasia, immaginazione di un vecchio bruto, brutto e barbuto innamorato dell’arte metafisica, astratta e contemporanea.
Mi piace giocare con le parole come fossero dei colori; accostamenti, distonie, armonizzazioni volte a creare un quadro tra la realtà e l’astrazione della stessa