Alcune lineedipensiero rimangono lì ferme come una pillola che non riesci a ingoiare.
Il primo, il secondo, il terzo sorso d’acqua per buttarla giù. Ma niente. Resta in gola.
Cambi posizione. Allunghi il collo. Cerchi alternative. Guardi in su. Ed è ancora lì.
La spezzi a metà.
“Cosi dovrà per forza andare giù!”, ti dici. O meglio cerchi di convincerti.
E invece è ancora lì. Era solo l’ennesima illusione dell’illusione.
Perché? Sembra essere spinta da una forza contraria d’Archimede principio. Non ha una logica d’esser.
Ti infastidisce il non riuscire a comandare come vorresti quell’inerte momento. Cuore, anima e pillola in un moto asincrono, mentre quell’intestardirsi ne allontana ulteriormente le linee d’onda.
La frantumi in piccole particelle convinto che sia la soluzione. Così sarà più semplice.
Ma niente. Sembra ormai davvero impossibile. Ti sei stancato. Ci hai provato in tutti modi. Ti dai una pacca sulle spalle per darti coraggio e dirti che prima o poi andrà giù.
Affranto e infranto, la rassegnazione prende forma e il capo scende chino lasciandoti scorgere una corda legata ai piedi mentre guardi il tetto.
Eri semplicemente legato a testa in giù.