Lineadipensiero circolare
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Odore di legna bruciata.

I vestiti, abbandonati sulla poltrona come corpi senza vita, avevano riempito la stanza con il pungente odore della sera precedente. Era l’odore di un tempo che non si decideva a passare. Di parole dette attorno a un fuoco che aveva illuminato solo in parte i volti, lasciando il resto all’ombra, al non detto, alla memoria. Il profumo persisteva non solo nelle fibre, ma nell’aria stessa, nelle pareti, come se quel fuoco, in qualche modo, non si fosse mai spento. Come se fosse rimasto con me e in me.

Lo rivedo.

Ognuno di noi era posizionato nel suo spazio nero, equidistante dal centro rosso. Una geometria invisibile ci teneva sospesi, immobili, come se il mondo intero respirasse solo attraverso quella disposizione. Dal cuore del fuoco si diramavano onde concentriche di luce, cerchi larghi, lenti, che si propagavano come il ricordo di una voce amata, o come il dolore di qualcosa che non si può più afferrare.

Eravamo in tanti. Nessuno al centro. Nessuno ai margini.

E poi un solo battito di fuoco affinché ognuno potesse ascoltare la storia dell’altro. Poi il cuore si contrasse nuovamente, ristabilendo la forma originaria. Alla sinistra di ognuno, qualcuno. Alla destra, un altro. Una catena viva e silenziosa, senza inizio né fine, dove lo sguardo poteva solo perdersi nella continuità del fuoco.

Sapevamo di essere parte, ma mai il tutto.

Il centro rosso non era solo fuoco, ma tempo che bruciava, alimentato dal legnetto che ognuno possedeva, e che lasciava andare quando si sentiva pronto a desiderarlo, a sentirlo… a volerlo. Lasciare andare. Raccontare la storia dell’altro componeva un quadro di incredibile bellezza. Verità che circolavano erano, a volte, fiammelle di candela; altre volte braci ardenti, difficili da tenere tra le mani.

Quella luce bastava a tenerci uniti. Ognuno parlò unendosi al crepitio delle fiamme e offrendo la propria bellezza mettendola in circolo. Ogni parola sembrava già detta. Ogni silenzio, già condiviso. Eravamo lì per ricordare di essere parte di un paradiso perduto.

Solo l’odore rimaneva.
Solo il silenzio.
Solo bellezza circolare.
Solo la memoria di un tempo.

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Lineadipensiero è un diario iniziato nel 2012 con l’unico scopo di provare a liberare la mia creatività attraverso i testi.  Sono semplici storie di introspezione, fantasia, immaginazione di un vecchio bruto, brutto e barbuto innamorato dell’arte metafisica, astratta e contemporanea.
Mi piace giocare con le parole come fossero dei colori; accostamenti, distonie, armonizzazioni volte a creare un quadro tra la realtà e l’astrazione della stessa