“Vuoi essere amico mio?”
Un pensiero che mi porta ai primi anni di scuola dove tutto era elementare. Nessuna chimica del sentire profondo, nessun studio sulla connessione energetica o dell’alchimia astrale. Bastavano semplici cose come la condivisione di un astuccio di colori o una ricreazione insieme in quei primi giorni di scuola.
Ricordo ancora quel giorno. Era caldo. Era settembre, l’aria sapeva di zaini nuovi, di grembiuli appena stirati e di imbarazzi per quell’enorme fiocco bianco. Il mio posto era sempre in fondo alla classe per timidezza. Seduto in quella posizione i miei occhi osservavano l’interezza della classe rincorrendo i gesti degli altri bambini, ognuno già impegnato a stringere amicizie istintive e istantanee. Io, invece, tenevo le mani sul mento, i gomiti sul banco e il cuore in gola, aspettando che qualcosa accadesse.
Poi, una voce. “Vuoi essere amico mio?”
Alzai lo sguardo e lo vidi. Aveva i capelli ricci e le mani che sapevano di patatine puff al formaggio. Non sapeva nulla di me ed io nulla di lui, nonostante vivessimo nello stesso quartiere, eppure mi aveva scelto. Quella frase era bastata. Nessuna diffidenza, nessuna paura. Solo apertura.
Poi negli anni le amicizie cominciarono a diventare più complesse, quando non bastava più un sì per appartenersi o un incrocio di mignoli per fare pace. Crescendo, le parole si riempirono di significati e complessità emozionali, e chiedere “Vuoi essere amico mio?” iniziò a sembrare infantile, quasi fuori luogo. Ancor di più oggi, in un mondo di contatti e connessioni, di like e visualizzazioni, c’è una fame d’anima che nessun algoritmo riesce a sfamare. Sento spesso la mancanza di quella sincerità disarmante. Di quel gesto gratuito, quasi sacro, che è il donarsi all’altro senza maschere, senza attese.
Avere il coraggio di quel bambino. Rischiare il rifiuto, sì, ma anche aprirsi alla possibilità di qualcosa di vero. Perché, in fondo, l’amicizia autentica non ha mai smesso di avere la stessa radice: la semplicità.
Così, oggi, in un giorno qualunque, ho scritto un messaggio.
Solo tre parole.
“Vuoi essere amico?”