Lineadipensiero del dì vino
divino

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“Papà, lo sai che Gesù trasforma l’acqua in vino?”

La sera, prima di addormentare le mie figlie, è sempre stata un momento creativo, dove ciò che si raccoglie durante il giorno riprende vita sotto altra forma. Una sorta di laboratorio segreto dove i sogni e i pensieri attraversano il cielo e le stelle per tornare al cuore come goccia di magia.

Come quella volta in cui, in quell’allegro villaggio tra le colline, c’era aria di festa. Di una grande festa! Due giovani si sposavano, e tutti erano invitati! Anche Gesù, sua mamma Maria e i suoi amici. I fiori di ciliegio adornavano la piazza e le musiche facevano venir voglia di ballare anche ai gatti. E che profumino di pane e miele che usciva dalla cucina.

Ma a un certo punto successe una cosa. Disastroooo! Era finito il vino! Quello buono, che si usa per brindare agli sposi, era finito e mancava ancora mezza festa! Tutto si fermò e gli sposi dissero: “E mo?”

“Come si chiamavano gli sposi?”
“Giosuè e Rebecca”, risposi.

Ed erano diventati tristi, così come gli invitati. Allora Maria si avvicinò a Gesù e, facendole l’occhiolino, gli disse: “Figlio, puoi fare qualcosa?”
Oook! Gesù sorrise, si alzò, si avvicinò ai grandi barili pieni d’acqua, mise le mani in avanti e… bum! E fu magiaaaaa!

L’acqua, chiara e trasparente come il cielo terso del mattino, divenne vino profumato, rosso intenso come il tramonto. Ma non un vino così, era il vino più buono e delizioso che avessero mai assaggiato, e i suoi amici gli dissero: “Oh, ma come hai fatto?”

Gesù sorrise e tornò a sedersi, mentre Maria lo guardava felice come solo una mamma può fare.

Ecco, quella magia, amore di papà, si chiama miracolo, e Gesù ne fece tanti nella sua vita.

“E tu ci sei mai uscito con Gesù?”
“No, amore mio, ma mi sarebbe tanto piaciuto poterlo fare”.
Buonanotte.

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Lineadipensiero è un diario iniziato nel 2012 con l’unico scopo di provare a liberare la mia creatività attraverso i testi.  Sono semplici storie di introspezione, fantasia, immaginazione di un vecchio bruto, brutto e barbuto innamorato dell’arte metafisica, astratta e contemporanea.
Mi piace giocare con le parole come fossero dei colori; accostamenti, distonie, armonizzazioni volte a creare un quadro tra la realtà e l’astrazione della stessa