Piano! Poggiati piano.
Lascia che i miei pensieri rimangano assopiti ancora per un po’. Per qualche minuto, per qualche ora o per qualche giorno. Non svegliarli. Hanno bisogno di riposo e di quiete. Il loro sonno è sensibilmente delicato e non sarà facile riportarli nel loro dormire se dovessero svegliarsi improvvisamente. Sbarrerebbero gli occhi e si sentiranno confusi.
Lascia che si sveglino da soli. Lentamente. Lascia che il loro aprirsi sia pacato e inaspettato come piume di pavone. Il colore cangiante si mostrerà a te nella sua bellezza. A meno che tu non voglia che il loro battito sia come di ali di colibrì, lascia che sia senza fretta, con calma.
Piano! Parla piano.
Lascia che le note più basse, con il loro tono vibrare baritonale, possano raccontare ciò che gli acuti non riescono ad esprimere. Le alte note a volte sono invalicabili e potrebbero distrarmi se non addirittura rendere sorde le mie orecchie. Non serve gridare. Forse non serve neanche parlare perché ciò che ci lega, è qualcosa che va al di là delle parole. Ti sento. Sempre.
Lascia che il vuoto sia colmo di melodia nella tua presenza. Non importa se il mondo intorno è un frastuono perché la tua essenza è quella che davvero risuona in me come vortice che avvolge, mi abbraccia e mi stravolge in un abbraccio.
Tu, tempo, so che sai ascoltami.
Io ti ascolto.