È ora di cambiare le lenzuola.
Nel mio rito domenicale di riordino e pulizia ripenso al giorno in cui tutto ebbe inizio. Sono passati esattamente 3 anni da quel giorno.
Volevo scrivere un post usando la numerologia del 1+1=3. Troppo logico e me so perso nei conti.
Poi ho pensato a un post romantico e per un attimo mi sono rivisto seduto su una poltrona a 80 anni con la coperta sulle gambe a dire “ah quand’ero giovane”. Troppo strappalacrime e sdolcinato.
Allora sono tornato a rileggere quel primo post. Non lo linko, ma se ti va e se hai pazienza scorri fino alla fine per leggerlo. Riassumendolo, in sostanza, correvo in un mercato che era metafora della corsa in un sogno. Ndo caaa…volo andavo non lo ricordo esattamente. Ma oggi come allora mi piace sognare e correre così veloce in quei sogni che a volte oltrepasso il muro del suono come fossi un jet e “mi frischiano l’aricchi”.
E guardo con riguardo questo tempo passato. Ho raccontato di sogni da realizzare, di ricordi felici, di realtà a volte più difficili di quanto immaginassi come fossi in un quadro di Escher. Lineedipensiero che si districavano e si aggrovigliavano manco “fussi Arianna cu so filu”. Ho avuto vuoti e pieni come su un’altalena. Ho scritto poesie che a volte faticavo io stesso a comprendere e frasi insensatamente sensate. Ho cercato la chiave senza manco “aviri a sirratura”.
Non sono certo diventato uno scrittore (non credo ambissi davvero a questo) e sono rimasto lo scribacchino di allora con lo stesso desiderio e piacere di scrivere per il benessere che mi dona.
Allora m’assiettu e mi quieto.
Mi votu e mi firrio e sugnu cuntentu.