Lineadipensiero da capo d’anno
capodanno

Scritto il

Se ti piace condividilo

Ci siamo quasi.
Ancora pochi minuti.
O forse ancora qualche pensiero da raccogliere.

L’orologio segnava le undici e cinquanta, ma la stanza sembrava immune all’eccitazione che cresceva fuori. Dalle finestre appannate dal freddo si intravedevano le luci intermittenti delle case vicine, ogni finestra un piccolo palco di brindisi imminenti e risate festose. Il vociare dei vicini si mescolava ai primi scoppi dei fuochi d’artificio (cosa non da poco nella terra in cui vivo), preludio di un crescendo di colori e suoni che avrebbe salutato l’arrivo del nuovo anno.

Non mi univo al coro di “nuovi inizi” o “nuove speranze”. Nessuna lampada di Aladino da sfregare. Non che non credessi nel cambiamento, ma perché avevo imparato che non arriva con il rintocco delle campane o con i brindisi al cielo. Il cambiamento era un lavoro sporco, un gioco lento, spesso solitario. E io, beh, io ero il capo del mio anno, il maestro del mio tempo.

Mentre tutti sperano nei nuovi propositi brindando con i bicchieri all’insù io mi faccio uno dei miei tanti cicchetti di gin invecchiato ricordando che sono io il capo dell’anno ma anche del giorno dopo giorno. Alzai il bicchiere, ma non al cielo. Lo sollevai per me, per il mio riflesso sbiadito nel vetro. “A te,” sussurrai, “che non hai bisogno di una mezzanotte per ricominciare.”

Poi bevvi, il calore del gin che mi avvolgeva mentre il mondo festeggiava la sua illusione di novità. E in quell’istante, nel mio silenzio scelto, sentii di avere già vinto. Non aspettavo l’anno nuovo. Io ero già il capo del mio tempo. Essere il “capo dell’anno”. Fu questa la dichiarazione di forza e consapevolezza e mantra per i giorni a venire.

Che lo spirito positivo del gin mi accompagni in ogni giorno del 2025!
Buon gin.

ALTRI PEZZI
DI STORIA

SemCREATIVE

Lineadipensiero è un diario iniziato nel 2012 con l’unico scopo di provare a liberare la mia creatività attraverso i testi.  Sono semplici storie di introspezione, fantasia, immaginazione di un vecchio bruto, brutto e barbuto innamorato dell’arte metafisica, astratta e contemporanea.
Mi piace giocare con le parole come fossero dei colori; accostamenti, distonie, armonizzazioni volte a creare un quadro tra la realtà e l’astrazione della stessa