Lineadipensiero impaurita
ombrosa

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Oh! Mamma mia che paura!
Potresti evitare di apparire all’improvviso?

Eppure sono sempre lì con noi.

Ci seguono in ogni angolo della nostra esistenza, spesso in modo invisibile e silenzioso, soprattutto per chi ci guarda dall’esterno. Il sole all’alba, la luce di una torcia, una candela accesa ne aumentano la visibilità e ne definiscono i dettagli. Luci che proiettano e scolpiscono le sagome in un rapporto dimensionale dato dalla distanza tra luce, oggetto e superficie… in un rapporto di vulnerabilità. Sì, perché quella sensazione di impotenza riesce a farle divenire più grandi di quanto lo siano in realtà. Prendono peso e spessore laddove potrebbero essere leggere e sottili.

La loro esistenza nasce da una risposta ancestrale a ciò che non riusciamo a controllare rendendoci timorosi. Perdiamo di vista le nostre certezze. Ed eccoci pronti a indossare i guantoni e una buona dose di coraggio per combattere contro la maestosità imponente. All’angolo destro in tutta la sua grandiosità e inquietudine colei che più volte è stata campionessa delle scelte sbagliate. All’angolo sinistro ansia vestita con il suo nuovo completo da punto interrogativo… Dindin! Parte l’incontro.

Dopo pochi colpi ci troviamo già fiacchi.

Cerchiamo il clinch per poter prendere aria. E in quell’abbraccio ci rendiamo conto che le ombre sono parte di noi, siamo noi proiettati dalla luce. Ci aiutano a crescere comprendendo i nostri limiti e le nostre certezze e divengono opportunità di crescita consapevole. Solo amandole e accettandole avranno la giusta dimensione nel nostro percorso.

La luce non cancella l’ombra, ma la trasforma, permettendoci di vedere ciò che davvero siamo: non semplicemente il nostro timore, ma la forza che nasce dal coraggio di affrontarlo.

Cerchiamo la leggerezza che crea la giusta distanza dalle nostre paure. Incrociamo le mani. Proiettiamole sulla parete e…

Figo l’unicorno!

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Lineadipensiero è un diario iniziato nel 2012 con l’unico scopo di provare a liberare la mia creatività attraverso i testi.  Sono semplici storie di introspezione, fantasia, immaginazione di un vecchio bruto, brutto e barbuto innamorato dell’arte metafisica, astratta e contemporanea.
Mi piace giocare con le parole come fossero dei colori; accostamenti, distonie, armonizzazioni volte a creare un quadro tra la realtà e l’astrazione della stessa