Lineadipensiero cucita
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In giro per Palermo passavo spesso davanti a quella piccola bottega di pelletteria dove lavorava una donna che salutavo per semplice gentilezza. Nel mio passeggiare avevo sempre con me un borsello vintage a cui tenevo tanto, acquistato in un negozio di roba usata. Mi ricordava mio padre.

Ero solito tenerlo dal manico perché la bretella consumata dal tempo stava per rompersi definitivamente. Una delle cuciture, ormai tenuta da un solo filo, lasciava penzolare un lembo. Sapevo che avrei dovuto farlo sistemare, ma ero procrastinavo questo genere di cose. Quella mattina decisi che fosse giunta l’ora. Entrai accompagnato dal cigolio della maniglia in uno spazio olfattivo di cuoio, pelle e colla.

«Ciao.»
«Ciao.»
«Dovrei effettuare una piccola riparazione.»
«Si, dimmi.»
«Dovrei ricucire la bretella di questo borsello. Sta per abbandonarmi» Adagiando il borsello sul bacone di legno le chiesi «Te lo lascio?»
«Se vuoi posso farlo express, tanto ci vogliono pochi minuti.»
«Ah sarebbe magnifico. Grazie.»
«Prendo ago e filo.»
«Come stai?»

Quella domanda improvvisa, mentre rovistava tra i rocchetti di filo alla ricerca del colore più adatto, sembrò cadere come meteorite sulla mente creando un vuoto e uno sguardo attonito, stranito e fisso di chi colto all’improvviso.

Ancora qualche istante di silenzio fissandomi come venuto dallo spazio a cui seguì:
«Perché me lo chiedi?»
«Cosa c’è di così strano nel chiederlo?»
«Perché spesso non lo fa neanche chi ci è vicino.»
Ancora del silenzio quasi a cercare le parole.
«Sono stanca. Troppo lavoro e tanti pensieri.» Mentre le sue mani continuavano a cucire sapientemente mi raccontò. Si raccontò.
Ultimato il lavoro le chiesi «Quanto ti devo?»
«Nulla, mi hai già pagato con le tue parole.»
Ringraziai senza ribattere perché il suo pensiero era puro. Andai via felice.

Passiamo vite nella sufficienza di raccontare solo ciò che vogliamo si racconti. Confondiamo quel chiedere in “com’è andata” o “come va”. Troppo frenetici e sempre meno empatici non ci rendiamo conto che ognuno di noi è un dono che va ascoltato per non cadere in quel “tutto bene” che di tutto non ha nulla.

E tu, come stai?




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Lineadipensiero è un diario iniziato nel 2012 con l’unico scopo di provare a liberare la mia creatività attraverso i testi.  Sono semplici storie di introspezione, fantasia, immaginazione di un vecchio bruto, brutto e barbuto innamorato dell’arte metafisica, astratta e contemporanea.
Mi piace giocare con le parole come fossero dei colori; accostamenti, distonie, armonizzazioni volte a creare un quadro tra la realtà e l’astrazione della stessa