Lineadipensiero abbracciata

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Conosco il silenzio. A volte porto sicuro, altre rifugio altre ancora caverna buia.

A volte, raramente, ho avuto il piacere di accoglierlo nel suo stato più intimo. In un abbraccio. Che è un abbraccio a me stesso. E lasciavo ogni mia armatura o pregiudizio per farmi abbastanza piccolo da esserne avvolto. E tutto intorno diviene ovattato come fossi chiuso in una campana di vetro da cui non vuoi uscire finché c’è sufficiente ossigeno per rimanere dentro. Le mie mani si stringono a coprire i miei occhi lucidi di lacrime lasciando un rossore sul viso che potrei giustificare con l’imbarazzo di un imbarazzante momentaneo momento.

È ora di uscire. Sollevo la vitrea separazione per andare non so dove ma certo che una strada ci sia.

Muovo i pensieri alla ricerca di una quiete e attraverso il caos delle parole dette e di quelle non dette ascoltando empaticamente ogni linguaggio non verbale e ogni sottointeso.

Resto. Ascolto. Muovo. E poi…

…e poi mi capita di finire in quella caverna, senza un acciarino per dar vita ad una fiamma che possa farmi luce e scaldarmi. Cerco due pietre per creare quella scintilla che mi possa spiegare come uscire. Cerco quella riconnessione neuronale che possa svelarmi dove metter le mani nel mio procedere a tentoni. I tagli sulle mani e le ginocchia indolenzite mi ricordano quant’è dura la via.

Resto. Silente. Immobile.
E poi non so andare oltre, ma vorrei abbracciarmi.

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Lineadipensiero è un diario iniziato nel 2012 con l’unico scopo di provare a liberare la mia creatività attraverso i testi.  Sono semplici storie di introspezione, fantasia, immaginazione di un vecchio bruto, brutto e barbuto innamorato dell’arte metafisica, astratta e contemporanea.
Mi piace giocare con le parole come fossero dei colori; accostamenti, distonie, armonizzazioni volte a creare un quadro tra la realtà e l’astrazione della stessa