Ci fu una notte in cui il cielo sembrava essere illuminato da tre sole stelle. Ognuna di esse indicava un sentiero. Tutte tra loro sembravano avere una luce simile agli occhi del viandante ma presto capì che non tutto era come appariva.
La stella del vero aveva una luce chiara e nitida che neanche le nuvole sembravano poterla nascondere. Osservarla, regalava quella sensazione di pienezza che si ha quando si riconosce qualcosa di autentico. La sua forma non andava spiegata o giustificata perché era tutta lì davanti.
La stella del veritiero, viveva sotto la luce riflessa del vero. Luce che ne disegna contorni sfocati attraverso parole, gesti e simboli. La stella del veritiero era una promessa e un impegno a non tradire la realtà, pur sapendo che la verità completa può essere sfuggente, come un’ombra al tramonto e come la sua stessa luce fioca.
Poi c’è la stella della bugia, che si muove come una nebbia sottile. A differenza del vero, la bugia non ha un punto fermo, si adatta, si piega, si contorce per assumere la forma che più le conviene. È il riflesso distorto di uno specchio che ammalia, un’ombra che finge di essere luce ma che affascina più del vero.
Il vero quello più irto e lungo.
Il veritiero fatto di curve ma ben più breve.
Quello della bugia corto e senza sassi.
In vita li provai tutti.
Ma uno solo era certo e avevo certezza di quale fosse.
Il sentiero era lungo.
Era giunta l’ora di mettersi in cammino.
