Lineadipensiero ideale
ideale

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L’idea di non avere idea mi spaventa.

Lancio l’amo nel nulla e resto in attesa che qualcosa muova il campanello posto in cima alla canna da pesca. Lo fisso per ore. Fisso quel moto del mare per ore. Diviene ipnotico mentre lentamente l’immagine diviene sfocata. Un suono improvviso di un gabbiano passante mi desta. Osservo la risacca per capire dove le onde si infrangono e quali direzioni prenderanno le correnti che potranno accendere la lampadina.

Innesco nuovamente l’amo con una pallina composita di emozioni, paure, sicurezze e insicurezze mentre aspiro a ispirazione dopo una lunga inspirazione.

Volgo lo sguardo verso sud in attesa dei venti di mezzogiorno ma l’unico che giunge a me è di tramontana, con il suo gelido soffio frammenta le labbra e le parole in piccoli sottili tagli. E allora che continuo a lanciare e ritirare, con l’idea di non avere idea. Un negazione capace di negarsi da sola.

Finché qualcosa piega la canna improvvisamente. Avvolgo il mulinello velocemente. Prendo il retino. Tiro su. Ecco l’idea affiorare tra le maglie.

Dovrò acquistare un burrocacao.

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