Il sottopasso della memoria collegava presente e passato della mia vita. Era per me un luogo oscuro e poco invitante che evitavo di percorrere il più delle volte. Non andavo mai oltre i primi quattro o cinque gradini, perché da lì in poi la luce si affievoliva.
Una sera mi obbligai a scendere quella scalinata. Sapevo che non sarei riuscito ad arrivare fino in fondo. Volevo andare oltre per comprendere cosa ci fosse.
Mentre scendevo nel sottopasso, notai una teiera abbandonata su uno dei gradini. Mi incuriosì il suo aspetto antico e arrugginito, ma soprattutto la sua presenza in quel luogo. Al suo interno custodiva un pezzo di carta che riportava: “Ricorda chi sei e da dove vieni. La tua memoria è il tuo tesoro più prezioso”.
Quella sera si ingarbugliarono troppi pensieri. Iniziarono a volteggiare nell’aria come spinti da correnti ascensionali. Ma chi ero davvero? Perché la memoria era sempre così sbiadita? Cosa c’era oltre la luce?
Acquisterò una torcia.