Ci sono notti in cui lo spazio del letto sembra non bastare. Accanto a me ci sono i pensieri del giorno trascorso. Tanti. Troppi. Invadenti, si intrufolano sotto le coperte con la stessa capacità silente di un ninja.
Inizialmente stanno lì fermi. Li osservo con attenzione. Mi creo largo tra di loro, li sistemo ognuno al suo posto e mi addormento comodo. Ma durante la notte tutto muta. Alcuni iniziano a muoversi in continuazione tirando le coperte, altri danno calci, altri ancora russano. Tutti, anche se dormienti, hanno un fare agitato che mi sveglia continuamente. Si prevede un’altra notte insonne.
Finché non decido di alzarmi, accendere la luna e dare una regolata a quella notte di trambusto. Prendo una coperta in più per scaldare i pensieri freddi. Faccio due coccole per rasserenare quelli che scalciano. Per quelli che russano c’è poco da fare. Metto un rumore bianco di fondo per non sentirli.
Dopo qualche ora tutto sembra esser nuovamente in ordine. La quiete dopo il caos. Tutti dormono serenamente e finalmente potrò dormire anche io.
Driiin… è ora di alzarsi.